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giovedì 25 settembre 2025

Il rischio di shutdown negli USA può far tremare i mercati globali?

Una crisi politica interna può davvero influenzare gli investimenti a livello globale?

Chi possiede strumenti finanziari in dollari, ha investito in azioni statunitensi o segue con attenzione le dinamiche dei mercati globali dovrebbe prestare attenzione a quanto accade a Washington. Si prospetta un nuovo scontro tra l’amministrazione Trump e i Democratici sul finanziamento del governo federale. Si rischia di provocare uno shutdown prolungato, con impatti non solo sulla macchina pubblica americana, ma anche sui mercati finanziari mondiali.

Vediamo perché questa crisi politica potrebbe diventare una miccia per la volatilità.

Che cos’è uno “shutdown” e perché è importante?

Uno shutdown federale avviene quando il Congresso USA non approva entro la scadenza (di solito il 30 settembre) una legge di bilancio o una misura temporanea che consenta al governo di continuare a funzionare. In mancanza di fondi, le attività non essenziali del governo vengono sospese, e molti dipendenti federali sono messi in congedo senza retribuzione.

I servizi considerati “essenziali” – come la sicurezza nazionale, la previdenza sociale, il controllo del traffico aereo – continuano, ma moltissimi altri (come parchi, musei, pratiche per mutui e sussidi) vengono congelati.

Dal punto di vista dei mercati, uno shutdown prolungato è un segnale di disfunzione politica che può:

  • aumentare la percezione di rischio sugli asset USA,

  • pesare sul dollaro,

  • aumentare i rendimenti dei Treasury (titoli di Stato USA),

  • alimentare la volatilità di breve termine.

Qual è la strategia di Trump?

Nel caso attuale, la tensione è ancora più forte perché l’amministrazione Trump ha scelto una linea dura e innovativa: secondo un promemoria dell’OMB (Office of Management and Budget), si stanno preparando licenziamenti di massa nelle agenzie federali, colpendo in particolare i programmi non obbligatori per legge.

In altre parole: non si tratterebbe solo di una sospensione temporanea, ma di un ridimensionamento strutturale della forza lavoro federale, da usare come leva di pressione politica. Il messaggio è chiaro: o i Democratici approvano una proroga “pulita” del finanziamento (senza richieste politiche aggiuntive), oppure l’amministrazione inizierà a smantellare settori non allineati alle sue priorità.

Come reagiscono i Democratici?

Le contromosse possibili sono diverse e si muovono su tre piani:

  1. Legale: contestazione immediata in tribunale dei licenziamenti arbitrari, considerati una forzatura amministrativa e politica.

  2. Politico-mediatico: mobilitazione dell’opinione pubblica, con focus sugli effetti concreti dello shutdown per i cittadini (prestiti bloccati, servizi sospesi, lavoratori lasciati senza reddito).

  3. Parlamentare: proposta di un “continuing resolution” (CR) alternativo, cioè una proroga temporanea ma che includa almeno alcune richieste (come l’estensione dei sussidi dell’Affordable Care Act).

Perché tutto questo interessa chi investe?

Anche se può sembrare una questione interna americana, uno shutdown federale ha conseguenze globali. Il motivo è semplice: gli Stati Uniti restano la prima economia al mondo, e i Treasury Bond USA sono considerati (chissà ancora per quanto) l’asset “più sicuro” (risk-free). Una crisi politica che blocchi anche solo temporaneamente i pagamenti o alzi il rischio di instabilità può:

  • creare tensione sui mercati obbligazionari;

  • rallentare l’approvazione di pacchetti economici;

  • spingere investitori globali verso asset rifugio alternativi (oro, franco svizzero, yen);

  • generare perdite sui mercati azionari.

Storicamente, gli shutdown non hanno sempre prodotto forti scossoni, ma in un contesto già instabile o incerto – come quello attuale con tassi alti, inflazione sotto osservazione e geopolitica tesa – anche una crisi istituzionale può fare da catalizzatore.

Quali implicazioni pratiche?

Chi gestisce capitali e ha una parte del portafoglio esposta agli Stati Uniti dovrebbe:

  • Monitorare la durata e l’esito dello scontro politico: uno shutdown breve ha effetti contenuti, ma uno prolungato può cambiare gli scenari.

  • Verificare l’esposizione su asset più sensibili: titoli di Stato USA a breve, fondi esposti su servizi pubblici, settori colpiti dallo shutdown.

  • Evitare mosse impulsive: le fasi di incertezza sono spesso seguite da rimbalzi rapidi – meglio pianificare che reagire.

Il duello sul bilancio federale USA non è solo una schermaglia politica: può diventare un evento rilevante anche per i mercati finanziari globali. Lo shutdown, se gestito come arma politica e accompagnato da licenziamenti di massa, cambia la narrazione da “problema amministrativo” a “rischio istituzionale”. E i mercati, si sa, non amano l’instabilità.


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